Come al solito dall’origine…capiamo qualcosa in più, o per lo meno l’essenziale torna alla memoria.
Insegnare (dal latino segnare dentro, lasciare un segno) dovrebbe essere l’esperienza di lasciare una traccia nelle persone, cosa che, se un insegnante ha gli occhi per vedere, è quotidiano sia positivamente che negativamente.
Invece a volte ci fermiamo a vedere il problema: un comportamento difficile del bambino o del ragazzo, i capricci dei bambini, o ancora le intrusioni dei genitori che vogliono entrare nei metodi e nelle strategie didattiche e che non lasciano all’insegnante quell’autonomia garantita pure dal decreto del presidente della repubblica 419 del 1974 (“l’autonomia didattica dei docenti può applicarsi come ricerca e realizzazione di innovazione sul piano metodologico- didattico.”), oltre che da un semplicissimo buon senso che si sta perdendo.
Però mi è stato ricordato recentemente, che la parola insegnare ha un secondo significato di fare segno a, portare la persona a guardare fuori, verso la realtà. Una delle motivazioni culturali a sostegno della scelta di insegnare una seconda lingua in età prescolare, è quello di scoprire un altro, una cosa nuova, diversa.
Ecco perché è assolutamente normale, anzi è positivo che i bambini a volte siano diffidenti, questo conflitto è una molla potentissima per la conoscenza, per la curiosità, per farsi la domanda. Per chi studia l’apprendimento la conoscenza procede per domande, e la competenza vuole dire stare di fronte al diverso con consapevolezza, prevedendo anche momenti in cui ci si intimorisce o si ha bisogno di osservare.
Molto importante è il lavoro nella quotidianità, ecco perché ritengo siano importantissimi i progetti realizzati a scuola, entrando nelle cose di tutti i giorni, coinvolgendo i bambini in lingua inglese, questo con un doppio obiettivo: ottimi risultati linguistici, da un lato e educativi dall’altro. Infatti l’esperienza della quotidianità oltre ad avere a che fare con il senso di responsabilità, rimane e lascia una traccia nella memoria a lungo termine del bambino.
I laboratori pomeridiani per come li ho sempre intesi io, devono avere un legame con la realtà, ovviamente c’è una routine che i bambini legano a L’inglese un gioco da…bimbi, il luogo in cui vengono realizzati, le insegnanti, oltre a questo ci sono le passioni dei bambini e ragazzi che li frequentano e queste sono una porta per arrivare all’acquisizione: la musica hip hop, la scenetta, il ballo, i giochi di movimento, le storie ….
Il lavoro più grosso è proprio quest’osservazione e considerazione della realtà!